27 MARZO 2022 – ore 20:00 CHIESA DEL SS. ROSARIO, Gallipoli (Le) CONCERTO DI MUSICA SACRA – Pietà, Signore!
Concerto conclusivo delle “Giornate Fai di primavera”, riservato ai soci.
Sabato 26 e domenica 27 marzo, la città di Gallipoli farà parte di questo interessantissimo percorso culturale grazie all’impegno della Delegazione di Lecce del FAI – Gruppo Salento Jonico. L’argomento sarà “La Settimana Santa di Gallipoli”, pertanto quattro delle Chiese Confraternali gallipoline rimarranno aperte in via straordinaria: un patrimonio culturale immenso, ricco di arte, di storia, di tradizione e di bellezza, che verrà raccontato ai visitatori dagli alunni degli istituti scolastici gallipolini.
6 MARZO 2022 – ore 18:00 PALAZZO TURRISI – LECCE (LE) SPETTACOLO MULTIMEDIALE – Omaggio a Pier Paolo Pasolini
Il Comune di Lecce, Assessorato alla Cultura, nella persona dell’Assessore Fabiana Cicirillo, in occasione dei 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, promuove il Progetto Nazionale “Omaggio a Pier Paolo Pasolini, luoghi, linguaggi e tradizioni popolari” ideato dall’attore e regista Agostino De Angelis e organizzato dall’Associazione Culturale ArcheoTheatron.
Il Progetto che vedrà coinvolti, durante tutto l’anno, diversi Comuni e realtà culturali di tutto il territorio italiano legate al mondo dell’intellettuale, partirà proprio dal Comune di Lecce, città che accolse Pasolini proprio una settimana prima della sua morte a Ostia il 2 novembre 1975. Pasolini, poeta, regista e articolista polemico, è stato uno dei primi difensori del territorio storico, naturalistico, culturale italiano. Infatti quando l’Italia cominciava il processo di sviluppo industriale e consumistico, egli aveva intuito che le grandi trasformazioni economiche mondiali avrebbero creato squilibri nella società che da secoli viveva un rapporto sano con la natura. Molti dei piccoli centri abitati d’Italia, sono stati scelti come location per i set più vari, grazie al bellissimo paesaggio naturale ed ai siti di pregio storico-architettonico. Lo sguardo del regista, l’attenzione ai luoghi ed al territorio è quella di un Poeta inevitabilmente etnografo del suo tempo, culturalmente anarchico verso il potere. Del Salento Pasolini scrive nei suoi appunti editi in ”La lunga strada di sabbia” dove riscopre i luoghi e le tradizioni legate al mondo contadino durante un viaggio fatto in tutta Italia. A tal proposito, riprendendo questi temi, il regista Agostino De Angelis ha ideato un percorso culturale nazionale, tra mostra fotografica basata sul viaggio, sui luoghi visitati da Pasolini e in cui ha vissuto e uno spettacolo teatrale multimediale che dia risalto all’uomo Pasolini quale difensore del nostro Patrimonio.
Il primo appuntamento nazionale si terrà presso Palazzo Turrisi a Lecce, il 5 Marzo 2022 alle ore 11.00 con l’inaugurazione della mostra fotografica “Il Viaggio” e la presentazione del progetto alla quale saranno presenti e interverranno il prof. Marcello Aprile, docente di filologia e linguistica italiana dell’Università del Salento e il poeta archeologo Marcello Tagliente. La mostra sarà visitabile fino al 27 aprile dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 con ingresso libero e rispettando le vigenti normative anti covid.
Domenica 6 Marzo alle ore 18.00, sempre all’interno della sala conferenze di Palazzo Turrisi, sarà portato in scena lo spettacolo teatrale multimediale ”Omaggio a Pier Paolo Pasolini” luoghi, linguaggi e tradizioni popolari”, per la regia e adattamento di Agostino De Angelis. Uno spettacolo in cui Pasolini si racconta attraverso filmati e interviste, interpretazione di alcuni suoi testi da parte dello stesso De Angelis e da Giulia Manco, accompagnato al pianoforte da Luigi Solidoro e dal canto di Laura De Vita con il movimento coreografico di Anna Rizzello e Maria Vittoria Casalino. Curatrice del progetto nazionale Desirée Arlotta. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria e nel rispetto delle vigenti normative anti Covid.
Si è svolta ieri, come da antica tradizione, la “Pastorale di Clatinoro” organizzata dal signor Antonio Cataldi e dalla sua famiglia. Quest’anno, per via delle restrizioni dovute alla pandemia, la manifestazione musicale ha subìto dei cambiamenti rispetto alle modalità degli scorsi decenni: il gruppo dei musicanti reclutati dal signor Antonio, infatti, non ha percorso alle prime luci dell’alba le suggestive stradine del centro storico di Gallipoli al suono della tradizionale nenia natalizia, ma si è ritrovato direttamente nella Chiesa di San Francesco d’Assisi alle ore 08:30 per partecipare alla celebrazione liturgica presieduta dal parroco don Piero De Santis, suonando la dolce composizione durante le parti variabili della messa, ossia all’ingresso, all’offertorio, alla comunione ed alla conclusione.
Questa manifestazione musicale è la più antica nel suo genere tra quelle che si svolgono in questo periodo nella cittadina ionica in quanto ha una storia lunga e singolare. Sono in pochi, infatti, a sapere che l’ideatore non è stato il signor Clatinoro Cataldi, dal quale da decenni ha preso il nome, bensì i suoi genitori, Pantaleo e Melania (chiamata da tutti Melanìa, conosciuta per la sua forza e la sua brillantezza), i quali avevano avuto una figlia nata con problemi di salute e soprattutto affetta da cecità. Per tale motivo le diedero il nome di Lucia, con la volontà di affidarla al soccorso della santa protettrice della vista. La signora Melanìa, morta alla veneranda età di 97 anni, alla nascita della figlia cieca decise di organizzare un corteo musicale portando per le strade cittadine la musica della Pastorale gallipolinala domenica successiva al 13 dicembre (giorno della festa di Santa Lucia) e concludendo la manifestazione con la celebrazione della messa nella Chiesa di Santa Maria della Puritàalla quale prendevano parte tutti gli intervenuti.
Tale manifestazione è stata mantenuta anche dopo la prematura scomparsa della figlia non vedente e da allora non si è mai interrotta poiché, dopo la morte della signora Melanìa, il figlio Clatinoro, suonatore di mandolino e mandòla, ha proseguito l’organizzazione dell’evento fino al dicembre del 1973, ultimo Natale prima della sua scomparsa, avvenuta l’8 settembre 1974 all’età di 64 anni. Il signor Clatinoro curava personalmente anche la preparazione musicale tenendo numerose prove nelle settimane che precedevano l’evento. Inoltre, durante l’esecuzione per le strade regnava un solenne silenzio e, nonostante l’ora notturna, molte erano le finestre e le porte di casa che si aprivano per ospitare i musicisti infreddoliti ristorandoli a suon di cioccolata calda, anice, taralli, cozze ripiene di mostarda, purciaddruzzi ed ogni altro ben di Dio che regna ancora oggi sulle tavole dei gallipolini nel periodo natalizio. Oggi i tempi sono cambiati e di finestre o porte di casa se ne aprono ben poche, non fosse altro per il numero esiguo di persone che abitano stabilmente nel centro storico.
Dal dicembre del 1974 e sino a ieri il signor Antonio, figlio di Clatinoro, ha continuato tale tradizione con lo stesso amore e la stessa devozione del padre e dei nonni, ospitando e rifocillando nella sua casa paterna, sita in Via Sant’Angelo, i musicisti e tutti i partecipantiche, dotati di un grande amore per le tradizioni, volontariamente decidono di sfidare il freddo ed il vento gelido delle strade gallipoline.
Risulta chiaro, quindi, che questa tradizione, nella sua semplicità, ha alle spalle una storia lunga più di un secolo e rientra a pieno titolo tra quelle manifestazioni autoctone che rendono la città di Gallipoli unica ed affascinante agli occhi di chi la vive ogni giorno ma anche a quelli di chi la osserva solo da lontano o in alcuni periodi dell’anno.
Tradizioni semplici ma ricche di storia e ancora oggi presenti nelle pieghe del vissuto quotidiano che bisogna tutelare e preservare dal rischioso “modello globale” che tende a cancellare la memoria, l’identità e le caratteristiche peculiari dei territori e delle comunità, consapevoli che, come affermava J. Jaurès, “tradizione non significa conservare le ceneri ma mantenere viva la fiamma”.
Nel video allegato si può ascoltare una rarissima registrazione su nastro a bobina della pastorale gallipolina eseguita nel 1969 dai musicanti “storici” di Gallipoli: Clatinoru Cataldi, mesciu Ninu Trumbetta (Giovanni Carrozza), mesciu Nandu Carrozza, Cintuzzu (Giacinto Serrano), Bertu Bresciani, Pippi Sansò, Pizzazzara (Salvatore Monterosso).
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